12 luglio 2012

Babbaluci (lumache) rossi e bianchi del Festino di Santa Rosalia


Babbaluci (lumache) rossi e bianchi del Festino di Santa Rosalia







                                       
“Babbaluci a sucari e fimmini a vasari nun ponnu mai saziari”  
(lumache da mangiare e donne da baciare non saziano mai!)
Sabato partiranno i festeggiamenti per il Festino; la festa che si svolge a Palermo in onore della sua patrona Santa Rosalia.

A questa festa e a quella di Sant’Agata ho dedicato la mia tesi di laurea triennale sull'organizzazione di eventi cittadini.

Questa festa palermitana ha una grandissima valenza simbolica più che dal punto di vista religioso, da quello folkloristico. Negli ultimi anni è stata oggetto di teatrini di contestazioni per il vecchio (finalmente!) sindaco Cammarata, che per salvaguardare la sua persona è venuto meno più volte a quello che è uno dei momenti più significativi della manifestazione, ovvero salire sul carro della beata e urlare a tutta voce: “Viva Palermo e Santa Rosalia!”.

Capitolo sindaco a parte, a fare da cornice ai pochi momenti religiosi e alla grande festa corredata da spettacoli, luci, canzoni e fuochi d’artificio ci sono le bancarelle appartenenti  agli acquaioli, ai siminzari (sono i venditori di calia, ossia ceci tostati, e simenza, il seme di zucca rossa essiccato e salato, calia e semenza costituiscono quello che viene chiamato u'scacciu, di cui fanno parte anche i cruzziteddi, castagne secche, le noci e altra frutta secca e altrettanto tradizionali sono i lupini tenuti a bagno in acqua salata) e ai mulunari (venditori di angurie grosse e succose, immerse in tinozze piene d’acqua "ghiacciata" per mantenerle fresche); buoni affari fecero, nei tempi passati, anche i sigitteri, cioè coloro che affittavano sedie. 
Anche i dolci sono protagonisti della festa: le caramelle, la petrafennula o cubbaita, per esempio, fatta di frutta secca e/o sesamo amalgamati con zucchero caramellato ed i bummuluna che con il loro profumo invadono l'aria; i protagonisti immancabili con l’appuntamento gastronomico del festino di Santa Rosalia sono, però, i babbaluci (dall’arabo babush (lumaca) per la somiglianza dell’involucro di questa alla scarpe orientali che hanno la punta rivolta verso l’alto. Da babush deriva anche il modo siciliano, babusce, di chiamare le pantofole),  lumache vendute in quantità impressionanti in questo periodo.

Nei miei ricordi e nella vita odierna i babbaluci sono sempre stati preparati da mia nonna materna, la stessa di cui vi raccontavo la passione per la cassata siciliana
Ammetto di essere una “pentita” di questo piatto, da qualche anno, infatti, non riesco più a mangiarlo; non chiedetemi il motivo, non lo so proprio... resta comunque il fatto che ogni volta che l'ho davanti il suo profumo mi inebria lo stesso :) (anche quando l'aglio resta intrappolato nelle stanze di casa per lunghe ore!). 

Ogni volta che la nonna li prepara li fa nelle due classicissime versioni: bianchi (aglio e olio) e rossi (pomodoro a pic pac).

Oggi ve le propongo entrambe; per di più, sono state dettate direttamente da lei per telefono ieri sera quando l’ho chiamata per farle gli auguri per l’operazione che subirà domani.

Babbaluci rossi e bianchi

Fase preparatoria dei babbaluci:
Il giorno prima: mettete i babbaluci in uno scolapasta con della mollica di pane in modo che essi possano spurgare. Abbiate cura di levare il velo aiutandovi con uno stuzzicadenti qualora esso fosse presente sull'apertura del guscio.
Ricordate di coprire il tutto con un coperchio, mi raccomando, o rischierete di ritrovarveli a passeggio per casa! :/

Il giorno successivo: mettete i babbaluci in pentola ricoprendole d’acqua, copritela con un coperchio e posizionatela al sole lasciandola lì per un paio d’ore (quest’operazione far sì che i babbaluci escano dal guscio – qui diremmo che escano le cornicchia!). Trascorso il tempo, con estrema delicatezza e lentezza portate la pentola sul fuoco e poco per volta alzate la fiamma. Raggiunto il bollore salate e trascorsi 10 minuti dal momento che le avete posizionate sul fornello, scolatele e sciacquatele con abbondante acqua corrente.



Condimento bianco - aglio e olio 
Babbaluci bianchi aglio e olio del Festino di Santa Rosalia

Ingredienti (per 1 kg di babbaluci):
  • da 5 spicchi a 1 testa d’aglio (la nonna ne raccomanda parecchio) 
  • Un mazzetto di prezzemolo
  • Olio extravergine d’oliva, sale e peperoncino q.b.
In una ciotola mettete a freddo l’aglio tagliato a pezzetti, il prezzemolo tritato, l’olio evo, il peperoncino ed il sale. Unite a questo i babbaluci precedentemente cotti e lasciate insaporire almeno un’ora.

Condimento rosso – pomodoro a pic pac 
Babbaluci rossi (pomodoro a pic pac) del Festino di Santa Rosalia

Ingredienti (per 1 kg di babbaluci):

  • 1 ½ cipolla bianca 
  • 400 g di pomodoro pelato
  • 200 g passata di pomodoro
  • Pepe, sale, olio extravergine d’oliva q.b. (a piacere anche un po’ di peperoncino)
In padella fate soffriggere la cipolla tagliata grossolanamente con un po’ d’olio evo. Quando questa sarà cotta aggiungete sia i pelati che la passata di pomodoro, salate pepate  e lasciate cuocere.
Quando il sugo sarà pronto, unite a questo i babbaluci precedentemente cotti. Riaccendete il fuoco, fate insaporire col condimento per circa 5 minuti e servite il tutto freddo e dopo che abbia riposato almeno un’ora.


N.B. Ricordate che i babbaluci vanno serviti freddi. I modi per riuscire a tirarli fuori dal loro guscio sono due: 1) aiutandovi con uno stuzzicadenti; 2) succhiandoli (questo è il modo per eccellenza e, tecnicamente parlando, sarebbe più corretto dire: “sucandoli” :p)

Buon Festino "sucato" a tutti 
e un grande augurio a nonna per domani ^_^
***Gialla***

8 commenti:

  1. Che bel post, Gialla. L'ho letto con interesse: mi piacciono le tradizioni e le feste di paese. Ammetto che ho difficoltà a mangiare lumache, non l'ho mai fatto. Ma il profumo che descrivi non deve essere niente male! Tanta gelicità e salute alla tua nonna, e un grosso bacione a te!

    RispondiElimina
  2. Come sono artistiche e... buyon festino di Santa Rosalia a tutte ed a tutti!

    RispondiElimina
  3. Mio marito si mette una "cofana" di babbuci (nel siracusano si chiamano così) davanti e si alza solo ed esclusivamente quando si è spolverato anche l'ultimo, anche si sono fatte le 4 del pomeriggio...

    RispondiElimina
  4. Il Festino è una straordinaria palestra di street food e i babaluci sono la massima espressione della popolarità palermitana. Adoro vederli dentro i cestini di paglia, ma sinceramente me ne sto lontana.. non mi piacciono proprio! meno male che c'è Melo che ne mangia per 2.. ottime preparazioni, brava!

    RispondiElimina
  5. mai mangiate le lumache ... vorrei provarle, ottime ricette

    RispondiElimina
  6. bravissima!!!! splendida descrizione dell'evento e del piatto!!!
    adoro le lumache ...ne mangerei quintali!!!!
    mi unisco ai tuoi sostenitori e ti aspetto nel mio blog....NON PERDIAMOCI DI VISTA!!!!
    http://pasticciepasticcini-mimma.blogspot.it/

    RispondiElimina
  7. complimenti per l'esposizione dell'evento e per la descrizione della preparazione!!!!io adoro le lumache, ne mangerei quintali....
    mi aggiungo ai tuoi sostenitori e ti aspetto nel mio blog!!
    NON PERDIAMOCI DI VISTA!!!ABBIAMO MOLTO IN COMUNE!!!

    http://pasticciepasticcini-mimma.blogspot.it/

    RispondiElimina
  8. Quanti ricordi solleva questa ricetta......la prima (ed ultima) volta che andai con mio nonno a raccogliere i babbaluci...... felice tra i prati...per poi vederli cucinare in quel modo atroce! Ricordo mia mamma e mio nonno che ne mangiavano "quintali" ed io a guardarli disgustata!!!.......Sono squisiti mi dicevano, ma non sono mai riuscita a mangiarli!....Ricordi a parte, complimenti per il tuo bel blog (babbaluci a parte ;-)...e piacere, sono Letizia. Alla prossima.

    RispondiElimina

Grazie mille per la visita!

Lascia pure un commento, un'opinione, un saluto o qualsiasi altra cosa ti stia passando per la mente ^_^